Origine e specie
Ricostruire la vera storia del grano Kamut è stato altrettanto difficile quanto definirne la classificazione tassonomica. Sebbene, per quanto ne sappiamo, non sia stata ritrovata in nessun posto al mondo la traccia di una coltura commerciale recente di questo cereale, la maggior parte degli scienziati ritengono che non sia stata trafugata da una tomba, bensì che sia sopravvissuta in modo anonimo nel corso dei secoli, mantenuta in vita grazie alla diversità delle varietà coltivate dai piccoli contadini nei loro appezzamenti, probabilmente in Egitto o in Asia Minore. Ricercatori statunitensi, canadesi, israeliani e russi hanno esaminato il cereale arrivando a conclusioni divergenti in merito alla sua classificazione. Sulla specie e il genere vi è concordanza di opinioni: appartiene al genere Triticum e alla specie turgidum, come il parente stretto, il grano duro, e al contrario del frumento per panificazione e del farro, appartenenti alla specie aestivum. La controversia verte sulla sottospecie, ritenuta essere originariamente, il polonicum. Attualmente, alcuni sostengono che si tratti piuttosto del turanicum, altri scommettono sul durum. Uno scienziato russo sostiene si tratti di una varietà di durum denominata Egiptianka, il “durum di Egitto”; altri ancora sono del parere che il cercale provenga dall’incrocio di numerose sottospecie, e questo coinciderebbe con l’ipotesi di un cereale antico raccolto allo stato selvatico dai contadini primitivi. Se la controversia sulla vera storia e la tassonomia del grano Kamut non accenna a diminuire, il suo sapore squisito, le sue qualità nutrizionali e ipoallergeniche riscuotono tuttavia, un consenso unanime.
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